La Corte di Cassazione, con la Sentenza n. 24574 pubblicata il 31 ottobre 2013, ha confermato il licenziamento del lavoratore che sistematicamente entrava in ritardo al lavoro e anticipava l’uscita dallo stesso, affermando che tale comportamento derivava dal fatto che era stato privato delle sue mansioni e dal non avere un orario rigido da rispettare.
La Suprema Corte, però, ha ritenuto valide le motivazioni dell’azienda a fondamento dell’atto espulsivo: la flessibilità dell’orario di lavoro non giustifica i continui ritardi e le uscite anticipate, tanto più che, così facendo, il lavoratore di fatto si “autoriduceva” l’orario di lavoro.





