In tema di procedimento disciplinare, la Corte di Cassazione ha statuito la legittimità del provvedimento sospensivo nei confronti del dipendente che, non soltanto si rifiuta immotivatamente di evadere il lavoro accumulatosi, ma incita il collega a fare altrettanto.
Nello specifico la Suprema Corte, con la Sentenza n. 22076 del 26 settembre 2013, ha chiarito che il lavoratore è venuto meno all’obbligo di diligenza e che il comportamento non collaborativo costituisce sempre e comunque un illecito disciplinare.